{"id":5231,"date":"2024-01-10T23:45:25","date_gmt":"2024-01-10T23:45:25","guid":{"rendered":"https:\/\/www.consultingpb.com\/?p=5231"},"modified":"2024-01-10T23:45:26","modified_gmt":"2024-01-10T23:45:26","slug":"sicurezza-dei-lavoratori-in-smart-working-gli-adempimenti","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.consultingpb.com\/blog\/il-caffe-del-mattino\/sicurezza-dei-lavoratori-in-smart-working-gli-adempimenti\/","title":{"rendered":"Sicurezza dei lavoratori in smart working: gli adempimenti"},"content":{"rendered":"\n
Il lavoro da remoto, comunemente noto come smart working<\/strong>, ha subito un’accelerazione senza precedenti a seguito della pandemia di Covid-19. <\/p>\n\n\n\n In Italia, la transizione verso questa modalit\u00e0 lavorativa ha interessato milioni di persone: nel 2023, si stima che circa 3,6 milioni di lavoratori abbiano operato da remoto, un numero significativo che testimonia un cambiamento radicale nelle abitudini lavorative del paese.<\/p>\n\n\n\n Nonostante i vantaggi evidenti in termini di flessibilit\u00e0 e conciliazione tra vita professionale e personale, lo smart working<\/strong> solleva questioni importanti che necessitano di ulteriori chiarimenti.<\/p>\n\n\n\n Uno degli aspetti pi\u00f9 critici riguarda il rispetto della normativa sugli infortuni sul lavoro. <\/p>\n\n\n\n La questione centrale \u00e8 capire come le leggi esistenti si applichino a un ambiente lavorativo che non \u00e8 pi\u00f9 confinato entro le pareti di un ufficio tradizionale.<\/p>\n\n\n\n La legge italiana prevede una tutela per i lavoratori in caso di infortuni sul lavoro, ma la definizione di “luogo di lavoro” diventa nebulosa quando il lavoratore \u00e8 in casa o in un qualsiasi spazio adibito a ufficio temporaneo. <\/p>\n\n\n\n Ci\u00f2 solleva interrogativi sulla responsabilit\u00e0 e sulla copertura assicurativa: se un lavoratore subisce un infortunio mentre lavora da casa, si tratta di un infortunio sul lavoro?<\/p>\n\n\n\n Le aziende e la Pubblica Amministrazione sono quindi chiamate a interpretare le normative vigenti, spesso pensate per una realt\u00e0 lavorativa pi\u00f9 tradizionale, e adattarle a scenari che fino a poco tempo fa erano considerati eccezionali. <\/p>\n\n\n\n L’adeguamento delle politiche aziendali e la formazione dei lavoratori su pratiche sicure anche in ambito domestico diventano essenziali per garantire non solo la continuit\u00e0 operativa, ma anche la sicurezza dei dipendenti.<\/p>\n\n\n\n Inoltre, il lavoro da remoto pone sfide relative alla gestione del tempo di lavoro e al diritto alla disconnessione. \u00c8 fondamentale stabilire confini chiari tra orario lavorativo e tempo personale per prevenire il rischio di burnout e garantire il rispetto dei diritti dei lavoratori.<\/p>\n\n\n\n Mentre il governo italiano e gli stakeholder del mercato del lavoro continuano a navigare in queste acque incerte, \u00e8 chiaro che lo smart working <\/strong>non \u00e8 pi\u00f9 una soluzione temporanea, ma una componente stabile del panorama lavorativo.<\/p>\n\n\n\n Sar\u00e0 cruciale trovare un equilibrio tra flessibilit\u00e0 e sicurezza, garantendo che le normative si evolvano per supportare efficacemente sia le esigenze delle imprese sia i diritti dei lavoratori nel contesto post-pandemico.<\/p>\n\n\n\n La sicurezza dei lavoratori in smart working \u00e8 un tema di grande importanza e riguarda vari aspetti, tra cui la sicurezza fisica, la sicurezza informatica e il benessere psicologico. <\/p>\n\n\n\n Il datore di lavoro ha la responsabilit\u00e0 di garantire la sicurezza dei lavoratori, anche quando lavorano in modalit\u00e0 agile o smart working<\/strong><\/p>\n\n\n\n In termini di sicurezza fisica, i datori di lavoro devono valutare i rischi associati al lavoro da casa o in altri luoghi al di fuori dell’ufficio. <\/p>\n\n\n\n Questo pu\u00f2 includere l’aggiornamento del Documento di Valutazione dei Rischi (DVR) per tener conto delle nuove condizioni di lavoro. <\/p>\n\n\n\n Inoltre, i datori di lavoro devono fornire formazione specifica per l’uso di strumentazione informatica al di fuori della sede di lavoro.<\/p>\n\n\n\n Per quanto riguarda la sicurezza informatica, i datori di lavoro devono garantire che i dispositivi e le connessioni utilizzati dai lavoratori in smart working siano sicuri. <\/p>\n\n\n\n Questo pu\u00f2 includere l’aggiornamento dei meccanismi di sicurezza e il monitoraggio del rispetto dei livelli minimi di sicurezz.<\/p>\n\n\n\n In termini di benessere psicologico, i datori di lavoro devono monitorare la valutazione dello stress lavoro-correlato. <\/p>\n\n\n\n Inoltre, la legge italiana stabilisce il diritto alla disconnessione, che garantisce ai lavoratori il diritto al riposo.<\/p>\n\n\n\n In caso di infortuni sul lavoro o malattie professionali, i lavoratori in smart working<\/strong> hanno diritto alla stessa tutela prevista per i lavoratori in sede. Infatti, \u00e8 stato riconosciuto un caso di risarcimento da infortunio in smart working<\/strong> da parte dell’INAIL.<\/p>\n\n\n\n \u00c8 importante notare che l’adesione al lavoro agile deve avere natura consensuale e volontaria. <\/p>\n\n\n\n Inoltre, la Legge di Bilancio 2023 ha previsto che, fino al 31 dicembre 2023, per i cosiddetti lavoratori fragili, il datore di lavoro assicura lo svolgimento della prestazione lavorativa in smart working.<\/p>\n\n\n\n Infine, i datori di lavoro devono rispettare le normative vigenti in materia di smart working, che includono la Legge 22 maggio 2017, n.81 (articoli 18-24), come da ultimo modificata dalla Legge 4 agosto 2022[2].<\/p>\n\n\n\n La nozione di luogo di lavoro si \u00e8 evoluta significativamente con l’avvento dello smart working. <\/strong><\/p>\n\n\n\n Tradizionalmente, il luogo di lavoro era considerato un ambiente fisico specifico, solitamente un ufficio o un sito aziendale, dove i dipendenti si recavano per svolgere le loro attivit\u00e0 lavorative. <\/p>\n\n\n\n Tuttavia, con l’espansione dello smart working<\/strong>, il concetto di luogo di lavoro si \u00e8 esteso per includere anche ambienti domestici o qualsiasi altro luogo dove un dipendente possa svolgere il proprio lavoro a distanza.<\/p>\n\n\n\n Con l’avvento dello smart working,<\/strong> la nozione di luogo di lavoro ha subito una significativa evoluzione. Secondo l’articolo 62, comma 1 del D. Lgs. 81\/08, il luogo di lavoro \u00e8 definito come “qualsiasi posto nel quale concretamente si svolge l\u2019attivit\u00e0 lavorativa”. <\/p>\n\n\n\n Questa definizione include non solo la sede fisica di un’azienda, ma pu\u00f2 anche estendersi a pi\u00f9 sedi o addirittura a un ambito territoriale pi\u00f9 o meno ampio, come nel caso dello smart working.<\/strong><\/p>\n\n\n\n Lo smart working<\/strong>, o lavoro agile, \u00e8 una modalit\u00e0 di esecuzione del rapporto di lavoro subordinato che non presenta vincoli precisi di orario o di luogo di lavoro. <\/p>\n\n\n\n Questo significa che l’attivit\u00e0 lavorativa pu\u00f2 essere svolta in parte all’interno dei locali aziendali e in parte all’esterno, senza una postazione fissa, utilizzando strumenti tecnologici. <\/p>\n\n\n\n <\/p>\n\n\n\n Durante la pandemia di Covid-19, il luogo di lavoro ha spesso coinciso con la residenza privata o il domicilio del lavoratore.<\/p>\n\n\n\n Questo cambiamento ha portato a nuove sfide e considerazioni legali, specialmente in termini di sicurezza e salute sul lavoro. Le aziende devono ora considerare come garantire la sicurezza e il benessere dei loro dipendenti in un ambiente lavorativo meno controllabile e pi\u00f9 variegato. Ci\u00f2 include l’adattamento delle politiche aziendali per rispondere a questioni come l’ergonomia dell’ambiente domestico, la sicurezza informatica, e l’equilibrio tra vita lavorativa e privata.<\/p>\n\n\n\n Lo smart working<\/strong> richiede quindi una ridefinizione delle responsabilit\u00e0 sia dei datori di lavoro che dei lavoratori, oltre a una maggiore flessibilit\u00e0 nell’applicazione delle normative esistenti in materia di sicurezza sul lavoro.<\/p>\n\n\n\n Per lo smartworker,<\/strong> in termini di sicurezza, cambiano diversi aspetti che il datore di lavoro deve considerare per garantire la protezione dei lavoratori anche al di fuori dell’ambiente ufficio tradizionale. <\/p>\n\n\n\n Questi includono:<\/p>\n\n\n\n In sintesi, lo smart working richiede un approccio olistico alla sicurezza che consideri non solo l’ambiente fisico in cui il lavoratore si trova, ma anche la sicurezza dei dati e il benessere psicologico del lavoratore. <\/p>\n\n\n\n Il datore di lavoro ha la responsabilit\u00e0 di adattare le misure di sicurezza esistenti e di implementarne di nuove per rispondere alle sfide poste dal lavoro agile.<\/p>\n\n\n\n Nell’ambito dello smart working, caratterizzato da un approccio collaborativo, \u00e8 obbligo del datore di lavoro fornire ai propri dipendenti una comunicazione dettagliata sui potenziali rischi e pericoli connessi alle loro funzioni lavorative. <\/p>\n\n\n\n Questo include, ad esempio, l’aumento dei carichi di lavoro, il diritto alla disconnessione e le norme che regolano gli spostamenti in orario di lavoro.<\/p>\n\n\n\n Inoltre, il datore di lavoro \u00e8 responsabile della definizione delle condizioni di uso delle attrezzature fornite ai lavoratori, come computer portatili, tablet e smartphone, stabilendo anche i periodi di pausa e le misure tecniche per garantire la disconnessione dai dispositivi tecnologici professionali, come stabilito dall’articolo 19 del Decreto legislativo 81\/2017. \u00c8 inoltre assicurato il mantenimento del diritto alla protezione contro infortuni e malattie professionali legate ai rischi occupazionali.<\/p>\n\n\n\n Il primo caso di risarcimento da infortunio in smart working riconosciuto dall’INAIL in Italia \u00e8 avvenuto nel 2021 e ha segnato un importante precedente in materia di tutela dei lavoratori a distanza. <\/p>\n\n\n\n La vicenda riguarda una lavoratrice di Treviso, impiegata amministrativa di un’azienda metalmeccanica, che, durante una telefonata di lavoro con un collega, \u00e8 caduta dalle scale della propria abitazione, provocandosi diverse fratture.<\/p>\n\n\n\n Inizialmente, l’INAIL non aveva riconosciuto il nesso di causalit\u00e0 tra l’infortunio e l’attivit\u00e0 lavorativa, rifiutando quindi la copertura assicurativa. Tuttavia, dopo un ricorso amministrativo assistito dalla Cgil di Treviso, l’INAIL ha rivisto la sua posizione, riconoscendo l’incidente come infortunio sul lavoro. <\/p>\n\n\n\n Di conseguenza, la lavoratrice ha ottenuto un risarcimento di 20.000 euro per il danno biologico, oltre a visite e terapie gratuite per i successivi dieci anni.<\/p>\n\n\n\n Questo caso ha evidenziato la vulnerabilit\u00e0 delle tutele riservate agli smart workers<\/strong> e ha aperto interrogativi sui limiti della copertura assicurativa in queste circostanze. I<\/p>\n\n\n\n n Italia, la Legge 81 del 2017 sul lavoro agile prevede gi\u00e0 un’estensione della tutela contro gli infortuni e le malattie professionali anche ai lavoratori in modalit\u00e0 agile. Tuttavia, la difficolt\u00e0 sta nell’oggettiva impossibilit\u00e0 per il datore di lavoro di vigilare sulla correttezza delle attivit\u00e0 extra-aziendali degli smart workers, il che potrebbe ridimensionare le tutele in pratica.<\/p>\n\n\n\n In questo contesto, la giurisprudenza avr\u00e0 un ruolo cruciale nel definire i confini della responsabilit\u00e0 e della tutela in situazioni di lavoro agile, specialmente quando si verificano infortuni in ambienti domestici o in luoghi diversi dai tradizionali spazi aziendali<\/p>\n\n\n\n La valutazione dei rischi e l’adozione dei presidi sono essenziali per garantire la sicurezza dei lavoratori, anche in contesto di smart working. <\/p>\n\n\n\n Quando un datore di lavoro non effettua una corretta valutazione dei rischi associati al lavoro a distanza, o non implementa le misure di sicurezza necessarie, si espone a diverse conseguenze:<\/p>\n\n\n\n Per evitare queste conseguenze, \u00e8 fondamentale che i datori di lavoro effettuino una valutazione dei rischi specifica per lo smart working e adottino le misure necessarie per garantire la sicurezza e il benessere dei propri dipendenti. <\/p>\n\n\n\n Questo include, ad esempio, fornire attrezzature ergonomiche, assicurare una buona sicurezza informatica e offrire formazione sui rischi specifici dello smart working.<\/strong><\/p>\n\n\n\n La Ricerca 2023 dell’Osservatorio Smart Working del Politecnico di Milano ha presentato una serie di risultati significativi riguardanti la diffusione e le caratteristiche dei modelli di Smart Working in Italia.<\/p>\n\n\n\n In termini di diffusione, la ricerca ha rilevato che lo Smart Working <\/strong>in Italia si \u00e8 consolidato e ha ripreso a crescere. <\/p>\n\n\n\n Nel 2023, i lavoratori da remoto nel paese sono stati 3,585 milioni, in leggera crescita rispetto ai 3,570 milioni del 2022, e ben il 541% in pi\u00f9 rispetto al periodo pre-Covid.<\/p>\n\n\n\n La ricerca ha identificato tre diversi profili di smart worker: i “veri” smart worker, che lavorano da remoto con flessibilit\u00e0 di orari e operano per obiettivi, i lavoratori da remoto senza flessibilit\u00e0, e i lavoratori in presenza con flessibilit\u00e0. <\/p>\n\n\n\n \u00c8 stato rilevato che i “veri” smart worker <\/strong>sono pi\u00f9 soddisfatti delle loro prestazioni, soprattutto per quanto riguarda l’autonomia e la responsabilizzazione. Tuttavia, questi lavoratori sono anche pi\u00f9 soggetti a forme di tecnostress e overworking.<\/p>\n\n\n\n Per quanto riguarda le aziende, quasi tutte le grandi imprese (96%) hanno implementato iniziative di Smart Working,<\/strong> in gran parte con modelli strutturati. <\/p>\n\n\n\n Le aziende che hanno iniziative “mature” di Smart Working, focalizzate sui quattro pilastri fondamentali – policy organizzative, tecnologie, riorganizzazione degli spazi e comportamenti e stili di leadership – ottengono risultati migliori in termini di inclusivit\u00e0, coinvolgimento delle persone e work-life balance.<\/p>\n\n\n\n La ricerca ha anche evidenziato l’importanza della leadership “smart<\/strong>“. I<\/p>\n\n\n\n lavoratori che hanno un capo veramente “smart<\/strong>“, che assegna obiettivi chiari, assicura feedback frequenti e costruttivi, promuove la crescita professionale dei suoi collaboratori e trasmette in modo efficace gli indirizzi, si caratterizzano per livelli di benessere e prestazioni migliori rispetto a quelli che non hanno un capo “smart”[5].<\/p>\n\n\n\n Infine, la ricerca ha analizzato i costi energetici e i benefici economici dello smart working<\/strong>, rilevando un risparmio di 600 euro\/anno per i dipendenti e 500 euro\/anno per postazione per l’azienda<\/p>\n\n\n\n In conclusione, lo smart working ha ridefinito il concetto di luogo di lavoro, estendendolo oltre i confini fisici dell’ufficio e introducendo nuove dinamiche nella gestione della sicurezza lavorativa. <\/p>\n\n\n\n La normativa italiana, sebbene abbia iniziato ad adattarsi a queste trasformazioni, richiede un continuo aggiornamento per affrontare le sfide poste da questa evoluzione.<\/p>\n\n\n\n I datori di lavoro devono ora considerare una variet\u00e0 di ambienti come potenziali luoghi di lavoro e sono tenuti a garantire che ogni spazio in cui il lavoro viene svolto rispetti gli standard di sicurezza necessari. <\/p>\n\n\n\n La valutazione dei rischi deve essere estesa per includere la casa e altri spazi non tradizionali, e le misure di sicurezza informatica devono essere rafforzate per proteggere i dati aziendali e personali dei lavoratori.<\/p>\n\n\n\n Inoltre, la tutela dei lavoratori in termini di salute psicofisica e il diritto alla disconnessione devono essere assicurati per mantenere un equilibrio tra vita lavorativa e personale e prevenire fenomeni di burnout. <\/p>\n\n\n\n Il rispetto di questi diritti \u00e8 essenziale per promuovere un ambiente lavorativo sostenibile e produttivo.<\/p>\n\n\n\n La giurisprudenza recente, come nel caso del risarcimento riconosciuto dall’INAIL per un infortunio in smart working<\/strong>, dimostra che la legge sta iniziando a riconoscere la realt\u00e0 del lavoro agile come ambito a pieno titolo della vita lavorativa.<\/p>\n\n\n\n Infine, \u00e8 fondamentale che il lavoro agile sia basato su un accordo consensuale e volontario tra le parti, come ribadito dalla Legge di Bilancio 2023. <\/p>\n\n\n\n Questa \u00e8 una condizione indispensabile per garantire che i lavoratori non solo accettino ma siano anche preparati e protetti nel contesto del loro nuovo ambiente lavorativo.<\/p>\n\n\n\n La sfida per il futuro sar\u00e0 quella di armonizzare la flessibilit\u00e0 offerta dallo smart working <\/strong>con le necessit\u00e0 di sicurezza e protezione, tanto pi\u00f9 in un contesto post-pandemico che ha visto un aumento esponenziale di questa modalit\u00e0 lavorativa. <\/p>\n\n\n\n Sar\u00e0 quindi compito dei legislatori, dei datori di lavoro e dei rappresentanti dei lavoratori collaborare per creare un quadro normativo che sia al passo con i tempi, promuovendo un ambiente di lavoro sicuro, equo e produttivo per tutti.<\/p>\n\n\n\nLa sicurezza dei lavoratori in smart working<\/h2>\n\n\n\n
La nozione di luogo di lavoro<\/h3>\n\n\n\n
Cosa cambia<\/h3>\n\n\n\n
Sicurezza Fisica<\/h3>\n\n\n\n
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Sicurezza Informatica<\/h3>\n\n\n\n
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Benessere Psicologico<\/h3>\n\n\n\n
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Tutela in Caso di Infortuni<\/h3>\n\n\n\n
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Normative e Accordi<\/h3>\n\n\n\n
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Conclusione<\/h3>\n\n\n\n
Il primo caso di risarcimento da infortunio in smart working<\/em> riconosciuto dall\u2019INAIL<\/h2>\n\n\n\n
Le conseguenze in caso di omessa valutazione dei rischi di smartworking o di mancata adozione dei presidi<\/strong><\/h2>\n\n\n\n
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La ricerca del Politecnico di Milano<\/h3>\n\n\n\n
Conclusioni <\/h2>\n\n\n\n